DISCOREVENGE: COCTEAU TWINS - TRESURE (4AD - 1984)

DISCOREVENGE è la nuovissima rubrica di INK che si occuperà di segnalare quei dischi del passato  che secondo il nostro modesto parere rappresentano dei capolavori da riscoprire e magari da trasferire ai posteri.
Oggi parliamo di Cocteau Twins e del loro terzo album Treasure del 1984. 

DISCOREVENGE is the INK new post that will point out those records of the past that according to our humble opinion are masterpieces to be discovered and perhaps to pass on to posterity.
Today we talk about of Cocteau Twins and their third album, Treasure of 1984.

Originari di  Grangemouth, Scozia,  nascono come un trio composto da  Robin Guthrie (chitarra e tastiere), Will Heggie (basso) e la meravigliosa Elizabeth Fraser (voce). Scovati dal guru Ivo Watts-Russell, i Cocteau Twins  ci mettono pochissimo tempo a diventare la punta di diamante della 4AD una delle etichette indipendenti più attente al contesto dark d'avnguardia nei primi anni ottanta in Inghilterra, basti pensare che tra le sue stanze son passati bands come Pixies, Bauhaus, Thievery Corporation, giusto per citare le più conosciute.
Il sound originario della band è caratterizzato tantissimo dal suono claustrofobico dei Joy Division e sopratutto dalla dark wave prodotta da Siouxsie Sioux, di cui la nostra Fraser è fan.
Ma con "Treasure" tutto cambia.
Registrato ai  Palladium Studios, nella West London è un album memorabile a partire dal primo secondo di ascolto.
Siamo di fronte a qualcosa che cambierà il modo di fare musica da qui a poco, un album perfetto, complesso nelle melodie e nella stesura musicale.
I primi due brani di apertura di "Treasure" sono semplicemente stupendi, a cominciare da Ivo, in cui notiamo il dolce strimpellare di chitarra e di bassi a sostegno della voce di Fraser a cui poi si aggiunge improvvisamente, un crescendo sorprendente di campane e percussioni che portano fino allo sbalorditivo assolo di Guthirie. Dopo tutto questo sarebbe difficile per chiunque fare meglio, ma con "Lorelei" i Twins riescono a superarsi, grazie ad un introduzione mozzafiato  fatta da una chitarra che accompagna una delle migliori esibizioni vocali della Fraser, convincente in entrambe le sfumature, sia nella versione "celestiale" della prima voce che in quella più naturale e profonda dell'accompagnamento. 
Non una parola può essere compresa, ma non è necessario, la musica prosegue nel suo  ritmo ossessivo, l'artigianalità del suono è palese, ma ciò è giustificato perfettamente dal ritardo digitale del  tempo, ma questo rende il tutto ancora più piacevole e speciale. andando avanti con "Treasure", quello che più sorprende è la consistente varietà dei suoni; i tratti dei gentili arpeggi futuristico-medievali di "Beatrix", i malinconici sussurri della Frezer in "Otterley"; gli accordi irregolari della chitarra di "Aloysius" o il tocco leggermente Jazzato di "Pandora" .
La traccia conclusiva chiude il lavoro con la stessa intensita con cui inizia lo stesso. "Domino" parte con un mix di cori ed echi irreali unito a  suoni e rumori estrapolati dall'ambiente naturale, la Frezer dolcemente canta su di essi fino all'esplodere in un ultimo potente rugito; la chitarra di Guthrie, il basso di Raymonde e il frenetico ritmo della drum machine creano la perfetta ambientazione per per un finale fatto di voci esultanti. 
Treasure è un lavoro all'altezza del suo titolo e secondo il pensiero di molti rappresenta anche un opera profondamente completa e certamente memorabile.



Natives of Grangemouth, Scotland, born as a trio of Robin Guthrie (guitar, keyboards), Will Heggie (bass guitar) and the beautiful Elizabeth Fraser (vocals). Discovered by Ivo Watts-Russell, the Cocteau Twins put us very little time to become the spearhead of 4AD, one of the independent labels more attentive to the context of dark avnguardia in the early eighties in England, just think that in his rooms are passed bands like Pixies, Bauhaus, Thievery Corporation, to name the best known.
The original sound of the band is very much characterized by claustrophobic music of Joy Division and especially the dark wave produced by Siouxsie Sioux of which Fraser is fan.
But with "Treasure" everything changes
.
Recorded at Palladium Studios in West London is a memorable album from the first second of play. 
We are in front of something that will change the way of music here at least, a perfect album, very original.
The opening two tracks of Treasure are simply wonderfull, starting with "Ivo," where gently strummed guitar and low bass support Fraser's singing; then suddenly added, astonishing chimes and steady percussion build up to a jaw-dropping Guthrie guitar solo. 
Topping that would be hard for anyone, but in "Lorelei," the Twins do it, with an introductory, breathtaking guitar surge leading into one of Fraser's best vocals, compelling in both its heavenly and earthly tones and rolls. Not a word may be understandable, but it isn't necessary, while the music, driven on by a pounding rhythm, is as perfect a justification of digital delay pedals and the like as can be found. 
As Treasure continues, the accomplished variety is what stands out the most, whether it would be the gentle, futuristic-medieval pluckings on "Beatrix," the understated moody washes and Fraser whispers on "Otterley," the upbeat guitar lines of "Aloysius," or the slightly jazzy touches on "Pandora." The concluding number ends the record on the peak with which it began. "Donimo" starts with a mysterious mix of mock choir sounds, ambient echoes and noises, and Fraser's careful singing before finally exploding into one last heavenly wash of powerful sound; Guthrie's guitar, Raymonde's steady bass, and drum machine smashes provide the perfect bed for Fraser's final, exultant vocals. 
Treasure lives up to its title and then some as a thorough and complete triumph.






TRACKLIST:
1. Ivo
2. Lorelei
3. Beatrix
4. Persephone
5. Pandora
6. Amelia
7. Aloysius
8. Cicely
9. Otterley
10. Donimo

(tnx "all music" review)
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