Sull'amore, l'amore assoluto, un tuffo indietro nei frame di Cuore Selvaggio
L'altra sera per puro caso (nel senso che mi è praticamente caduto in testa il dvd) ho rivisto “Cuore Selvaggio” (anno 1990 per chi se lo stesse chiedendo), puro film David Lynch ma direi soprattutto film d’amore. Sull’amore e sulle sue declinazioni, possibilità, espressioni, contesti. Ma sempre amore, assoluto. Attraverso la sua nota fissazione per il dettaglio, la sua insistenza morbosa sul particolare (che pacificherà molti anni dopo con The Straight Story), il maestro Lynch ci mostra una vera storia d’amore, senza se e senza ma, come pochi altri film sono riusciti a fare. Almeno in un contesto tale, dove violenza, ossessioni, follie, drammi, sangue, teste mozzate, galera e stupri sono la cornice non proprio ideale e non esattamente idilliaca per una storia d’amore. Ma dove l’amore, quello vero senza compromessi e che non necessita di spiegazioni, è puro, forte, travolgente nonostante tutto. Assoluto appunto. C’è un altro film che associo a questo e che racconta così l’Amore: è “Natural Born Killers”, dove i protagonisti in una folle orgia di violenza e omicidi si amano (davvero) e non possono fare a meno l’uno dell’altra. Azzardiamo che si tratti di film romantici?