Se dico Firenze e arte vi viene subito da pensare Ufizzi o Accademia, al limite Palazzo Strozzi, proviamo a fare uno sforzo di astrazione ed andare oltre il concetto classico di museo.
Proviamo a varcare una porta invece di un portone ed entrare in un appartamento privato e guardare dei quadri in un soggiorno poi uscire ed entrare in un altro palazzo, in un'altra casa e trovare un'installazione in bagno o in una camera da letto. Questo con estrema sintesi è il focus di Private Flat: far uscire l'arte dai musei per farla entrare nelle case, case che semplici persone hanno offerto gratuitamente per questa 3 giorni di arte contemporanea. Per Firenze è una mezza rivoluzione, per una città ingessata nella suo storia classica andare oltre il "museo" è una sfida, una sfida vincente direi, dal momento che Private Flat è giunta alla sua sesta edizione.
Babilonia Brucia è il tema di quest'anno, dove il richiamo è alla Babele biblica come metafora della nostra società con le sue differenze. Un spinta alla riflessione sui temi dei linguaggi, delle culture e della comunicazione, che settanta giovani artisti interpretano con le loro opere in 17 spazi privati sparsi per la città.
Di Private Flat mi piace molto anche il suo spirito "partecipativo", dal momento che la manifestazione si basa sulla buona volontà delle persone: gli artisti non ricevono compenso, gli spazi espositivi vengono concessi gratuitamente. Non ci sono finanziamenti pubblici, si entra nelle case chiedendo permesso e si esce salutando come si esce da casa di amici.