Parliamoci chiaro, questi sono i tempi della musica usa e getta, tutto va veloce, tutto si può scaricare, tutto si può comprare in battito di ciglio.
Le uscite si susseguono ogni giorno, i gruppi di successo durano un anno, due al massimo, per poi cadere nel dimenticatoio, ma ci sono volte anche nel 2011 in cui ti rendi conto che hai scoperto qualcosa di speciale e basta un ascolto per farti strabuzzare gli occhi (e le orecchie) e fartene innamorare per sempre.
Lo dichiaro! a mio avviso signori e signore Anna Calvi appartiene alla stretta cerchia di artisti che verrà ricordata per tanto, tanto tempo.
Partiamo dalle cose futili: Londinese di chiare origini italiane, se ci dovessimo basare soltanto sull'aspetto estetico della "nostra" Anna, potremmo pensare e sarebbero in molti ad assecondare questa tesi, che si tratta dell'ennesima principessa holliwoodiana, per quanto è bella, che in un momento di noia mortale, o perchè no, di sballo totale, ha deciso di metter su quattro canzoni cosi tanto per passare il tempo e magari farsi un pò di pubblicità. Ma quando invece accendi lo stereo e metti su il primo brano del disco di debutto che porta il suo stesso nome "Anna Calvi" e che non per niente esce per la "leggendaria" Domino Records , capisci fin dal subito quanto intenso e carico di pathos sia quello che stai ascoltando.
Chi ci capisce più di me, vedi Nick Cave l'ha voluta ad aprire il suo tour mondiale, Brian Eno ha recentemente dichiarato che ci troviamo di fronte ad un'artista seconda solo a Patty Smith. Il suo stile musicale è cupo e molto sofisticato, io personalmente nelle sue corde vocali e approccio melodico intravedo tanto Nico quanto PJ Harvey e Cabaret Voltaire, ma ho avuto l'impressione in alcuni istanti sopratutto in parti più strumentali del disco, vedi il brano "Desire", di riconoscere ritmiche e suoni che appartengono ad uno universo tipico nientepopodimeno che di sua maestà "The Boss" aka Bruce Springsteen.
Che dire di più, ascoltate questa opera d'arte.