Ha preso posto negli scaffali delle librerie inglesi e presto in italia la prima biografia completa di un mostro sacro della scena indie d'oltre Manica, uno che non si mai fatto mancare nulla nella vita, uno che non "si crede" maledetto, lui "è" maledetto! No signori non siamo di fronte a un quaderno di memorie becere buttate su per racimolare qualche soldo in più e ne tantomeno di fronte a quei simpatici personaggi da italietta che alla soglia delle sessanta primavere scoprono facebook o youtube e cominciano a linkarlo di robaccia come un quindicenne brufoloso qualunque arrabiato con il mondo. Shaun Ryder classe 1963 provenienza Manchester è la figura che maggiormente ha incarnato il genio e la sgretolatezza degli anni novanta in riva al Mersey. Tempi in cui il tempio della musica moderna era l'Hacienda, tempi in cui eroina ed una droga nuova per allora di nome ecstasy mietevano più vittime fisiche e celebrali della guerra alle isole Malvinas/Falklands.
In uscita per le edizioni Bantam Press, l'autobiografia del frontman degli Happy Mondays e Blake Grape è uno scrigno pieno di aneddoti, di storielle più o meno divertenti sulla sua vita, sui rapporti con le persone che più hanno significato qualcosa nella sua carriera, dal compagno di mille avventure Bez, al guru che scoprì il magico talento di questo ragazzotto dai modi tutt'altro che ortodossi Tony Wilson. Non solo musica quindi, ma uno Shaun Ryder sicuramente a cuore aperto, ch si racconta in modo eccessivo e senza freni come nel suo stile.