Scrivere di certi album non è mai facile, le dita sulla tastiera sono più pesanti, ogni frase è pesata, letta e riletta, qui non si ha a che fare con il mero scandaglio tecnico di suoni e parole, il cuore è aperto a sentimenti profondi.
Ricordo ancora quel pomeriggio in cui per la prima volta conobbi "In the Aeroplane Over The Sea".
Più o meno questo l'estrapolato del dialogo del tempo, ambientato sul mitico Suzukino rosso di una cara amica.
- "Mari scrivimi qualche cosa da ascoltare"
- "Dove te lo scrivo?"
- "tiè! su questa agenda"
La Mitica Moleskine rossa 2007, ancora è conservata nella confusione dei miei cassetti;
In quella pagina ci sono Arcade fire, Apple in Stereo, Beirut, The Hidden Cameras, un insolito Ricado Villalobos, e per finire Neutral Milk Hotel, sottolineato! l'unico insieme agli Arcade Fire nella lista dei consigliati.
Attivi dalla fine degli anni ottanta i Neutral Milk Hotel non hanno mai conosciuto i fasti del successo di pubblico di altre band sicuramente più mediocri sotto molte sfaccettature, capitanati da Jeff Magnum geniale cantautore nativo di Ruston Louisiana hanno all'attivo solo due uscite complete: "On Avery Island"(1996) e "In the Aeroplane Over The Sea"(1998) l'album che a mio avviso rappresenta una pietra miliare dell'indie americano degli ultimi vent'anni. Già con il primo lavoro è possibile intravedere lo spirito di questa band che ha nel suo DNA, il folk psichedelico di Dylan, Buckley (padre) ed il lo-fi dei primi Sonic Youth. A tutto Jeff Magnum&Co. associano una forte propensione per testi criptici e meditativi, le liriche spesso profonde e passionali, rappresentano sicuramente il loro marchio di fabbrica, lo stesso che con "In the Aeroplane Over The Sea" fiorisce magnificamente in capolavoro di musica e poesia inimitabile.
Un pianto liberatorio, uno straziante spaccato della nostalgia dei tempi vissuti, un concentrato di pura emozione, sin dalla prima traccia è come entrare in un universo parallelo, sembra di essere la penna dell'autore, la finestra dinanzi alla piccola scrivania, che magari non è mai esistita ma a me piace immaginarla così, la pioggia che batte sui vetri, il foglio bianco, la luce fioca o quel libro accanto; il vero filo conduttore della poesia dei Neutral Milk Hotel, "Il diario di Anna Frank" la grande fonte d'ispirazione di questo lavoro. I testi scarni ma viscerali, certo le liriche son ridotte al minimo, non c'è musicalità nei dialoghi con Kitty, ma il significato di queste parole è talmente profondo, innocente, che crea un disarmo immediato in chi lo legge. Ebbene "In the Aeroplane Over The Sea" ha lo stesso effetto, un album sofferto, che nonostante la sua splendida malinconia da speranza, appaga, rende liberi dagli spettri della propria esistenza. La componente musicale del disco è altrettanto profonda, certo si parla di un disco acustico, registrato dalla band nella comune dove vivevano (e si sente), ma in più parti è possibile decifrare ricorsi all'elettronica come a strumenti esotici inusuali. Lo scrigno di "In the Aeroplane Over The Sea" si apre sulle note di "The King of Carrot Fowers" una perla in tre parti: La prima per sola chitarra e voce, la seconda dove il cantato di Jeff Assomiglia ad una preghiera capace di convertire il più fervente degli anticristi, la terza ed ultima è un concentrato di chitarra hard che non da scampo a dubbi di sorta. Ma quello che sicuramente rappresenta il il momento più evocativo di questo disco è senza dubbio la title track "In the Aeroplane Over The Sea" un inno alla passione nella sua magnificenza più angelica, sicuramente ultraterrena, un gioiello dedicato alla bellezza e all'amore. Non dimentichiamo di certo anche la lunga e bellissima Oh "Commedy" o le più rudi Holland 1945 e Ghost. Ogni traccia ha un significato e un profilo particolare, il consiglio che do in assoluto è quello di ascoltarlo dalla prima all'ultima traccia in un solo boccone, non soffermatevi sulle singole tracce, non sarebbe la stessa cosa.
Ci sono dischi che ci accompagnano per tutta la nostra esistenza, "In the Aeroplane Over The Sea" per me è un buon amico, sono i suoi abbracci sinceri, il suo sorriso che da calore, il suo sguardo che ti aiuta nei momenti negativi.
Un album Immortale
Più o meno questo l'estrapolato del dialogo del tempo, ambientato sul mitico Suzukino rosso di una cara amica.
- "Mari scrivimi qualche cosa da ascoltare"
- "Dove te lo scrivo?"
- "tiè! su questa agenda"
La Mitica Moleskine rossa 2007, ancora è conservata nella confusione dei miei cassetti;
In quella pagina ci sono Arcade fire, Apple in Stereo, Beirut, The Hidden Cameras, un insolito Ricado Villalobos, e per finire Neutral Milk Hotel, sottolineato! l'unico insieme agli Arcade Fire nella lista dei consigliati.
Attivi dalla fine degli anni ottanta i Neutral Milk Hotel non hanno mai conosciuto i fasti del successo di pubblico di altre band sicuramente più mediocri sotto molte sfaccettature, capitanati da Jeff Magnum geniale cantautore nativo di Ruston Louisiana hanno all'attivo solo due uscite complete: "On Avery Island"(1996) e "In the Aeroplane Over The Sea"(1998) l'album che a mio avviso rappresenta una pietra miliare dell'indie americano degli ultimi vent'anni. Già con il primo lavoro è possibile intravedere lo spirito di questa band che ha nel suo DNA, il folk psichedelico di Dylan, Buckley (padre) ed il lo-fi dei primi Sonic Youth. A tutto Jeff Magnum&Co. associano una forte propensione per testi criptici e meditativi, le liriche spesso profonde e passionali, rappresentano sicuramente il loro marchio di fabbrica, lo stesso che con "In the Aeroplane Over The Sea" fiorisce magnificamente in capolavoro di musica e poesia inimitabile.
Un pianto liberatorio, uno straziante spaccato della nostalgia dei tempi vissuti, un concentrato di pura emozione, sin dalla prima traccia è come entrare in un universo parallelo, sembra di essere la penna dell'autore, la finestra dinanzi alla piccola scrivania, che magari non è mai esistita ma a me piace immaginarla così, la pioggia che batte sui vetri, il foglio bianco, la luce fioca o quel libro accanto; il vero filo conduttore della poesia dei Neutral Milk Hotel, "Il diario di Anna Frank" la grande fonte d'ispirazione di questo lavoro. I testi scarni ma viscerali, certo le liriche son ridotte al minimo, non c'è musicalità nei dialoghi con Kitty, ma il significato di queste parole è talmente profondo, innocente, che crea un disarmo immediato in chi lo legge. Ebbene "In the Aeroplane Over The Sea" ha lo stesso effetto, un album sofferto, che nonostante la sua splendida malinconia da speranza, appaga, rende liberi dagli spettri della propria esistenza. La componente musicale del disco è altrettanto profonda, certo si parla di un disco acustico, registrato dalla band nella comune dove vivevano (e si sente), ma in più parti è possibile decifrare ricorsi all'elettronica come a strumenti esotici inusuali. Lo scrigno di "In the Aeroplane Over The Sea" si apre sulle note di "The King of Carrot Fowers" una perla in tre parti: La prima per sola chitarra e voce, la seconda dove il cantato di Jeff Assomiglia ad una preghiera capace di convertire il più fervente degli anticristi, la terza ed ultima è un concentrato di chitarra hard che non da scampo a dubbi di sorta. Ma quello che sicuramente rappresenta il il momento più evocativo di questo disco è senza dubbio la title track "In the Aeroplane Over The Sea" un inno alla passione nella sua magnificenza più angelica, sicuramente ultraterrena, un gioiello dedicato alla bellezza e all'amore. Non dimentichiamo di certo anche la lunga e bellissima Oh "Commedy" o le più rudi Holland 1945 e Ghost. Ogni traccia ha un significato e un profilo particolare, il consiglio che do in assoluto è quello di ascoltarlo dalla prima all'ultima traccia in un solo boccone, non soffermatevi sulle singole tracce, non sarebbe la stessa cosa.
Ci sono dischi che ci accompagnano per tutta la nostra esistenza, "In the Aeroplane Over The Sea" per me è un buon amico, sono i suoi abbracci sinceri, il suo sorriso che da calore, il suo sguardo che ti aiuta nei momenti negativi.
Un album Immortale
Neutral Milk Hotel - Holland, 1945 from Pinkman on Vimeo.
A Mari.