Da grande farò l’opera d’arte! Peccato non potersi ammirare… E anche noi dovremo aspettare ancora per poter contemplare la prima scultura realizzata con resti umani. Si chiama Andrei Molodkin ed è l’artista che porterà la body art ad un nuovo estremo livello.
When I grow up I’ll be a work of art! Too bad they cannot see… And we will have to wait in order to contemplate the first sculpture made of human remains. His name is Andrei Molodkin and is the artist who will bring the body art to a new extreme level.
La notizia è ormai di due anni fa: in un’intervista sul Times l’artista russo ha parlato del suo nuovo esperimento artistico, un macchinario in grado di trasformare il materiale organico in petrolio. Già testato con carcasse di cani e gatti, l’apparecchiatura in questione sarebbe in grado di ricavare da un corpo umano fino a due litri e mezzo di olio, perfettamente utilizzabili per spostare un’automobile oppure per scopi certamente più artistici: riempire le sculture di plexiglass cave tipiche di Molodkin. La giornalista della BBC Sasha Gankin avrebbe già deciso per una statuina a forma di cervello umano, la pornostar Chloé Des Lysses per una raffigurante delle mani giunte in preghiera. Ovviamente bisognerà attendere la morte naturale delle due volontarie e di quanti altri decidano di sottoporsi all’esperimento.
The news is about two years ago: in an interview to The Times the Russian artist talked about his new artistic experiment, a machine capable of transforming organic material into oil. Already texted with dead dogs and cats, the equipment in question would be able to draw from a human body for up to two and a half liters of oil, perfectly usable to move a car or for more artistic purposes: to fill the Molodkin’s typical hollow sculptures made in plexiglass. The BBC journalist Sasha Gankin has already decided for a statue in the shape of human brain, pornstar Chloé Des Lysses for a showing of hands clasped in prayer. Obviously it was not until the natural death of two volunteers and others who decide to undergo the experiment.
Per l’artista nessuna implicazione morale: è solo questione di tempo e di chimica e in ogni caso il sangue diverrebbe olio; il suo congegno accelera soltanto un processo del tutto naturale. Trasformarsi in petrolio e generare energia è anche un atto di coscienza ecologista, difeso dall’artista al grido “Salva il pianeta. Ricicla il tuo corpo”.
Con l’opera di Andrei Molodkin l’uomo viene dunque visto come risorsa, fonte di energia, proprio quale è. Una risorsa troppo spesso sfruttata per ottenere un benessere tutto occidentale, potere e vantaggi economici, ben incarnati dal petrolio.
Su questa stessa linea riflette tutta la sua produzione, fatta di sculture trasparenti usate come contenitori per sangue o petrolio.
Le rouge et le noir, esposta al padiglione russo della Biennale di Venezia 2009, è una maestosa installazione multimediale composta da due riproduzioni in vetro della Nike di Samotracia, simbolo della vittoria. Sfruttando la medesima tecnologia delle trasfusioni ematiche, viene pompato del sangue all’interno di una di esse, petrolio nell’altra. La vittoria nella nostra società è di chi possiede l’oro nero, pur se le lotte legate alla sua estrazione sono causa del dissanguamento di intere popolazioni. Il petrolio come linfa vitale del sistema capitalistico, tessuto connettivo delle grandi potenze.
For the artist, no moral implication: it is just a matter of time and chemistry and in any case the blood would be oil; his device only accelerates a natural process. Transform themselves into oil and generate energy is also an act of environmentalist conscience, which the artist defend to the cry "Save the planet. Recycle your body".
With the work of Andrei Molodkin thus humanity is seen as a resource, a source of energy, just as he is. A resource too often used to gain a well-being throughout Western, power and economic benefits, well embodied by the oil.
On this same line reflects its entire production, made of transparent sculptures used as containers for blood and oil.
Le rouge et le noir, exposed to the Russian pavilion at the Venice Biennale 2009, is a majestic multi-media installation consisting of two glass reproductions of Nike of Samothrace, symbolizing victory. Leveraging the same technology of blood transfusion, blood is pumped into one of them, oil into the other. In our society victory belongs to thus who owns the black gold, although the struggles related to the extraction cause the impoverishment of entire populations. Oil as the lifeblood of the capitalist system, connective tissue of the great powers.
Ma le sculture più conosciute dell’artista sovietico sono delle scritte, sempre in materiale trasparente, sempre contenenti sangue o petrolio: “€”, “$”, “democracy”, “justice”, “capitalism”, fino ad arrivare alla recentissima “fuck you” posizionata di fronte all’ormai famoso “yes we can”, esposta alla galleria Pack di Milano nella primavera 2011.
But the Soviet artist's sculptures which are the most famous are words, always transparent, always containing blood or oil: "€", "$", "democracy", "justice", "capitalism", up to the recent "fuck you" positioned in front of the now famous "Yes We Can”, exposed in Milan, at Galleria Pack in spring 2011.
I tubi che trasportano il liquido sono parte integrante di queste installazioni, per mostrarci chiaramente il flusso arterioso dell’economia globale.
Pipes carrying the liquid are an integral part of these installations, to clearly show the arterial flow of the global economy.
Distruzione delle risorse dunque, naturali quanto umane. Forse è decisamente meglio abbandonare la nostra violenta e avida natura umana per tramutarci in pura forma estetica.
E tu, da morto cosa sarai?
Destruction of resources, therefore, as the natural as human. Maybe it's definitely better to give up our violent and greedy human nature to turn into pure aesthetic form.
And you, after death what you will be?
Destruction of resources, therefore, as the natural as human. Maybe it's definitely better to give up our violent and greedy human nature to turn into pure aesthetic form.
And you, after death what you will be?
Andrei Molodkin, nato a Boiu (Russia) nel 1966, vive e lavora tra Parigi e Mosca.
Approda all’arte dopo l’esperienza militare come soldato sovietico.
Le sue opere sono entrate in numerose collezioni sia pubbliche che private, fra cui ricordiamo: il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, il S. Freud Museum di San Pietroburgo, lo Schusev State Museum of Architecture di Mosca.
Andrei Molodkin, born in Boiu (Russia ) in 1966, lives and works between Paris and Moscow .
He joined art after the military experience as a Soviet soldier.
He joined art after the military experience as a Soviet soldier.
His works have entered into numerous public and private collections, among which: the State Russian Museum in St. Petersburg , the St. Freud Museum in St. Petersburg , the State Museum of Architecture Schusev Moscow .