Una mitragliatrice come un oggetto comune, per denunciare la violenza
di una guerra che ormai ci circonda quotidianamente. È One day, un’azione pubblica di Milica Tomic.
A machine gun as
a common object, to denounce the violence of a war that now surround us. Is One Day, a public
action of Milica Tomic.
Passeggia per le strade e, insieme alle buste della spesa e
all’ombrello, l’artista tiene in mano anche un’arma, perfettamente visibile e
inequivocabile. Nel suo cammino ripercorre i luoghi battuti dalla resistenza
antifascista durante la Seconda Guerra Mondiale, mettendo in scena così un
percorso tutto semantico, ricco di rimandi e significati profondi.
La performance è iniziata nel 2009 per le vie di Belgrado, è
continuata a Copenaghen e infine quest’anno è giunta anche a Roma, in occasione
della personale della Tomic alla galleria Z2O Sara Zanin. Per realizzare questa
azione l’artista non ha richiesto alcuna autorizzazione e nei video e nelle
fotografie che la testimoniano possiamo ricostruire le reazioni spontanee dei
passanti, presi tra la paura e lo stupore.
Nell’era post 9/11, della fobia degli attacchi terroristici, l’artista
non vuole creare scalpore, ma indurre ad una riflessione, chiedendosi: “chi è
il terrorizzato e chi il terrorista?”.
She
strolls the streets and, along with shopping bags and the umbrella, the artist
holds a weapon, clearly visible and unambiguous. In its path retraces the
places covered by the anti-fascist resistance during the Second World War by
staging a semantic path, rich in references and deep meanings.
The
performance began in 2009 through the streets of Belgrade, has continued in
Copenhagen, and finally this year arrived in Rome on the occasion of the staff
Tomic to the Z2O Sara Zanin gallery. To accomplish this action, the artist has
not requested any authorization and in the videos and in the photographs that
testify it, you can reconstruct the spontaneous reactions of passers-by, caught
between fear and amazement.
In
the post 9/11, in the era of the phobia of terrorist attacks, the artist does
not want to create a stir, but lead to a reflection, wondering: "who is
the terrified and who is the terrorist?".
Erich Fromm, analizzando le cause della guerra in Anatomia della distruttività umana (1973), scrisse: “La tesi
secondo cui la guerra è provocata dall’aggressività umana non è soltanto
non-realistica, è soprattutto dannosa. Distoglie l’attenzione dalle cause reali
(...)”. Tali cause sono conflitti realistici fra gruppi e le guerre, fin dai tempi
dei Babilonesi, sono sempre state pianificate, non per un’inclinazione
dell’animo, ma per ottenere schiavi, materie prime, terre, mercati e altre
ricchezze.
In una società dominata dal modello multinazionale, in cui il
principale obiettivo è il profitto indiscriminato, la guerra diventa permanente
e diffusa, seppur camuffata.
Erich
Fromm, analyzing the causes of the war in Anatomy
of Human Destructiveness (1973), wrote:
"The argument that the war is caused by the human aggression is not only
non-realistic, it is particularly harmful. It diverts attention from the real
causes (...)". These cases are realistic conflicts and wars between
groups, since the time of the Babylonians, were always planned, not by an
inclination of the soul, but to obtain slaves, raw materials, land, markets and
other riches.
In a
society dominated by the multinational model, where the main goal is profit
indiscriminate, the war becomes permanent and widespread, albeit in disguise.
Nel film documentario The
Corporation, che analizza il potere delle multinazionali nell’economia
mondiale, il comportamento delle corporations
viene paragonato a quello dello psicopatico, fino ad assimilarli:
caratteristica dello psicopatico è la mancanza di empatia, colmata dalla
capacità di simulare le emozioni umane, e l’utilizzo di manipolazione,
intimidazione e violenza al fine di controllare le altre persone e perseguire i
propri interessi. Per provare la plausibilità di queste associazioni basti
pensare alla pubblicità occulta e, se non ai suoi effetti, alle intenzioni che
la animano.
Quando le lotte in Bolivia per il diritto all’acqua potabile
(accessibile, a causa di una privatizzazione, dietro il pagamento di una tassa
pari ad un quarto del proprio reddito) hanno causato numerosi feriti e un
morto, si può ancora associare uno strumento antiquato come una mitragliatrice
ad un pericolo per la sicurezza pubblica? Quando un’importante società
informatica rifornisce il Terzo Reich di strumenti per ottimizzare le attività
dei campi di concentramento, come si può individuare il “cattivo”? Quali
attributi lo rendono riconoscibile? Per Milica Tomic la questione rimane
irrisolta e complicata dall’insorgere di intolleranza, ipocrisia, conformismo e
indifferenza.
In
the documentary film The Corporation, which analyzes the power of multinational
corporations in the world economy, the behavior of corporations is compared to
that of the psychopath, until assimilate: the characteristic of the psychopath
is the lack of empathy, filled by the ability to simulate human emotions, and
the use of manipulation, intimidation and violence to control other people and
pursue their own interests. To test the plausibility of these associations just
think to subliminal advertising and, if not to its effects, to the intentions that
motivate it.
When
the struggles in Bolivia for the right to drinking water (accessible, due to
privatization, upon payment of a fee equal to one quarter of the income) have
caused numerous injuries and one death, one can still associate an instrument
dated like a machine gun to a danger to public safety? When a leading
information technology company supplying the Third Reich of tools to optimize
the activities of the concentration camps, as you can find the "bad"?
What attributes make it recognizable? For Milica Tomic the matter remains
unresolved and complicated by the onset of intolerance, hypocrisy, conformity
and indifference.
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Milica Tomic | One day
a cura di Eugenio Viola
23/05/2012 – 28/07/2012
Z2O galleria | Sara Zanin
via della Vetrina 21, Roma
Milica
Tomic | One day
curated
by Eugenio Viola
May
23 – June 28, 2012
Z2O
gallery | Sara Zanin
via
della Vetrina 21, Roma
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Milica Tomic, nata nel 1960 a Belgrado, dove vive e lavora.
La sua ricerca artistica è apertamente politica, volta da un lato a
sottolineare l’importanza della memoria storica, dall’altro ad aprire una
riflessione su temi che toccano l’attualità, dall’identità nazionale alla
violenza e alla responsabilità civile, dal diritto all’autodeterminazione alla
costruzione mediatica della realtà.
Ha partecipato a due edizioni della Biennale di venezia e ha
presentato i suoi lavori in occasione di numerose mostre, alla Kunsthalle di
Vienna, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Brooklyn Museum of Art.
Milica
Tomic, born in 1960 in Belgrade, where she lives and works.
Her
research is overtly political, turned on the one hand to emphasize the
importance of historical memory, on the other to open a debate on issues that
touch on current events, from the national identity to the violence and the
civil liability, the right to self-determination to the construction of media
reality.
She
participated in two editions of the Venice Biennale and has presented her work
at numerous exhibitions at the Kunsthalle in Vienna, the Stedelijk Museum in
Amsterdam, the Brooklyn Museum of Art.