Le occasioni in cui tutto il mondo si stringe intorno ad un accadimento spesso sono infarcite di scintillanti falsi buonismi e buone parole al vento. Senza entrare troppo nel merito di una delle più atroci spine nel fianco dell'umanità [e nemmeno l'unica] ci accodiamo nel ricordare [ricordarvi/ricordarci] un piccolo grande film: Train de Vie
« Se Hitler fosse vivo e vedesse tutti i programmi tv cupi e noiosi sulla Shoah e sentisse tutti i pianti e i lamenti degli ebrei sarebbe felice. L’unica cosa con la quale possiamo umiliare i gerarchi nazisti, che sono ancora vivi in Sudamerica, e farli imbestialire, è mostrar loro che siamo vivi, che non ci hanno distrutti, che il nostro umorismo non è stato cancellato dalle loro barbarie. » Con queste parole il regista Radu Mihaileanu spiega il fuoco da cui nasce il suo Train de Vie, allegorico, candido come il suo protagonista e amaro nel suo ricordarci il volto scuro del nazismo e di chi lo ha permesso ed appoggiato. Siamo nel 1941 ed una piccola comunità ebraica dell'est europa, decide di costruire un finto treno nazista per riuscire a fuggire la deportazione, ormai imminente, da parte dei nazisti. La comunità si divide per recitare le varie parti che finiscono per prendere il sopravvento scatenando una serie di situazioni grottesche. La storia, che tra tutti i mood ha anche il sapore dell'avventura, è vista dagli occhi di Shlomo [Lionel Abelanski] il matto del villaggio e musicata magnificamente da Goran Bregovic. "Questa storia è vera... o quasi" come lo stesso Shlomo ci ricorda ma, come le migliori storie porta con se un grande messaggio e vale la pena di essere raccontata per i giorni a venire.Per chi già conoscesse il film e avesse voglia di passare una serata a pensare, riflettere e magari sorridere consigliamo anche: Il Grande Dittatore di Charles Chaplin e Vogliamo Vivere! di Ernst Lubitsch, entrambi esempi, come Train de Vie, in cui il sorriso scatena pensieri tra i più profondi!