C'eravamo lasciati nel 2009 con Ernest Greene, il suo primo Ep "Life of Leasure" strabiliò il mondo per un sound che allora non poteva essere schematizzato sotto nessuna etichetta (e si sa a noi le etichette piaciono tanto).
Da allora sono uscite una dozzina di release ufficiali e non, qualche remix ma sopratutto è nata una scena che oggi vienie definita dagli addetti ai lavori "chill wave". Il primo gruppo che ci viene in mente parlando di questo sottogenere dell'elettronica più arguta è sicuramente Toro Y Moi che con il suo "Underneath the Pine" quest'anno ha svalicato questo sound verso lidi più pop rendendolo fruibile anche ad un pubblico meno di nicchia.
Ma non solo Chaz Bundick, anche Neon Indian, Memory Tapes, Millions Young, Small Black (tra l'altro band di sostegno di Toro Y Moi durante il tour) e perchè no, il nostro Enrico Boccioletti aka Death in Plains, hanno contribuito in modo energico alla nascita ed al sostegno di un nuovo approccio musicale fatto si di richiami al passato, ma in modo del tutto eclettico ed originale.
Con "Within and Without" avviene a mio avviso il salto di qualità verso un orizzonte più definito, è l'album che rappresenta la maturità di un intera scena mondiale. Ernest Greene con le sue 9 tracce è riuscito a trasmettere qualcosa di veramente magico, rimodulando synt, drum machines, pianole, ovvero il meglio del kitch made in eighties verso un espressionismo musicale più rude, introverso, sognante. Ascoltando l'album noto tantissime affinità con le note balearice di Animal Collective ma anche con i flussi cupi e malinconici dei Talk Talk ma volendo esagerare anche qualcosina del sound epico di Vangelis, ma tutto a misura di 2011.