MARINA ABRAMOVIĆ | DOCTOR A

“A” come “anima”, “arte” e soprattutto come “Abramović”. Marina Abramović, performer che dagli anni ’70 si è sottoposta a innumerevoli prove di resistenza fisica e psichica, ci insegna oggi a ritrovare un equilibrio naturale con il nostro Io più profondo, il nostro “nucleo centrale”.

"A" as "soul" (in Italian "anima"), "art" and particularly as "Abramovic." Marina Abramovic, performers which from the 70s has undergone countless tests of physical endurance and mental, teaches us today to find a natural balance with our deepest Self, our "central core".

Appare ferma e saggia, una guida cui affidarsi e confidare. Dopo le performance che l’hanno vista protagonista, l’artista serba ci trasmette la sua esperienza e ci tramanda l’Abramović Method, per farci sentire direttamente quello che si prova durante una performance d’arte, nel farla e non semplicemente nell’osservarla.
L’interattività in quest’ultimo progetto raggiunge un nuovo livello, ma si fa esperienza intima e personale.
Chi prende parte alla performance intraprende un percorso di sensazioni e percezioni che viene indicato dall’artista, ma rimane sempre unico e legato alla centralità del singolo individuo.
L’esperimento inizia innanzitutto con la separazione dagli effetti personali, soprattutto tecnologici, per liberarsi dalla dipendenza dagli oggetti, artificiali e artificiosi. Mediante delle cuffie si rimane poi isolati da ogni suono esterno a noi. Comincia così il viaggio alla ricerca del tempo perduto, di quel tempo di cui non si dispone più presi dalla frenesia della civiltà contemporanea.
“Il limite non è il corpo, la fisicità, ma la nostra mente. Perché non abbiamo mai tempo? Perché siamo così instabili? Perché perdiamo di vista il nostro spirito, la nostra mente? Cosa sta succedendo alla nostra società? Perché non funziona? (…) È così semplice schiacciare lo spirito umano, mentre non è altrettanto semplice elevarlo”. Queste le considerazioni di Marina che ha deciso allora di insegnarci come tornare  a dedicarci a noi stessi.

She appears resolute and wise, a guide in which you can trust and confide. After the performances in which she was the protagonist, the Serbian artist gives us her experience and hands down the Abramović Method for us, to hear directly what you feel during a performance art, doing it and not simply in watching it.
The interactivity in this project reaches a new level, but the experience is intimate and personal.
Who takes part in the performance takes on a journey of sensations and perceptions, which is indicated by the artist, but which is unique and tied to the centrality of the individual.
The experiment begins with the separation of personal effects, especially technology, to free themselves from dependence on objects, artificial and contrived. Through the headphones, then you remain isolated from any external sound to us. Thus begins the journey in search of lost time, of that time that you no longer taken from the frenzy of contemporary civilization.
"The limit is not the body, the physicality, but our mind. Why we never have time? Why are we so unstable? Why do we lose sight of our spirit, our mind? What is happening to our society? Why not work? (...) It's so easy to crush the human spirit, while it is not as easy to raise it". These were the considerations of Marina who then decided to teach us how to get back to dedicate ourselves to ourselves.

Fondamentale è il flusso di energia positiva delle pietre, che l’artista ha incastonato in sedie e tavoli su cui sedere e sdraiarsi per godere dei loro benefici.
Avvolti dal silenzio, stando seduti o sdraiati il corpo si abbandona completamente e diviene più semplice entrare in uno stato di profondo rilassamento e connessione al sé. La Abramović aggiunge allora anche una sedia più piccola, destinata al nostro spirito, invisibile agli occhi ma tangibile nelle emozioni.

Fundamental is the flow of positive energy of the stones, which the artist has set in chairs and tables to sit and lie down to enjoy their benefits.
In the silence, sitting or lying body surrenders completely and it becomes easier to get into a state of deep relaxation and connection to self. The Abramović then also adds a smaller chair, designed for our spirit, invisible to the eye but tangible in the emotions.

Nella serie Con gli occhi chiusi io vedo la felicità l’artista ha conficcato quarzi e cristalli in dei calchi del proprio volto, come fosse un rito voodoo. Ovviamente ribaltato in positivo, in quanto l’artista crede alla proprietà curative delle pietre per l’anima. Queste sculture sono state chiamate “connettori”, perché hanno la capacità di trasmettere l’energia.
La maggiore connessione resta però quella di Marina stessa, che si avvicina sempre più al suo pubblico instaurando una relazione creativa ed emozionale.

In the series With eyes closed I see happiness the artist embedded quartz and crystals into casts of his face, like a voodoo ritual. Obviously turned in positive, because the artist believes in the healing properties of stones for the soul. These sculptures were called "connectors" because they have the ability to transmit energy.
The greatest connector remains Marina herself, which is moving ever closer to his audience by establishing a creative relationship and emotional.


Marina Abramović, nata a Belgrado nel 1946, vive e lavora a New York, dove si sta occupando dell’apertura del Marina Abramović Institute for Preservation of Performance Art.
Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1997, ha in quasi 40 anni di carriera esposto e realizzato performance nelle più importanti istituzioni museali di tutto il mondo.
Attualmente è in mostra a Milano al PAC con The Abramović Method e alla galleria Lia Rumma con With eyes closed I see happiness.

Marina Abramovic, born in Belgrade in 1946, lives and works in New York, where she is working on the opening of Marina AbramovićInstitute for Preservation of Performance Art.
Golden Lion at the Venice Biennale in 1997, in 40 year career she realized performances exhibited in major museums around the world.
She is currently on display in Milan at the PAC with The Abramovic Method and at the gallery Lia Rumma with With closed eyes I see happiness.
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