In questi mesi tanto si è parlato del disegno di legge 1611, salito agli onori delle cronache con il poco tranquillizzante appellativo di Legge Bavaglio. Come blogger e come cittadini noi di INK ci sentiamo in dovere di approfondire un tema così importante soprattutto dal momento che, come forse non tutti sapranno, questa progetto di legge [che ad oggi è calendarizzato per fine luglio alla Camera, forse per l'approvazione definitiva] andrà ad interessare anche tutti noi, blogger e reader della rete. Come lettori ci stiamo domandando da tempo se ci sia effettivamente il rischio che il nostro diritto all'informazione sia prevaricato da questa legge mentre come blogger l'interesse è relativo alla libertà di espressione, diritto dichiarato inalienabile dall'articolo 19 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1948. Abbiamo deciso quindi di trattare l'argomento bavaglio all'interno del nostro blog cercando di estraniarci da qualsiasi opinione personale e politica, attenendoci semplicemente al testo integrale [disponibile qui], come farebbe il più coscienzioso dei giornalisti con il semplice intento di informarvi.
Il d.d.l 1611 è stato soprannominato legge bavaglio perchè tra i suoi articoli prevede l'impossibilità per i mezzi di informazione di pubblicare tutta una serie di notizie, dalle intercettazioni agli atti processuali. Chi pubblica contenuti vietati dalla legge potrà essere punito con un mese di reclusione e una sanzione pecuniaria di 10 mila euro. L'editore del giornale che ha pubblicato contra legem rischia fino a 450 mila euro di multa.
La legge Bavaglio inoltre disciplina l'attività dei blog [e gli altri siti informatici italiani] nel caso in cui venga divulgata una notizia ritenuta non vera/offensiva dal diretto interessato, che può quindi avvalersi del diritto di richiedere una rettifica.
L'art 1 comma 29 proposito dell'Obbligo di Rettifica dispone che: "[...] Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono." Chi non provvede alla rettifica entro il termine stabilito sarà costretto a pagare 12.500 euro.
Se ne evince che, non essendo chiare le modalità di comunicazione della rettifica, la facilità con cui le 48 ore previste dalla legge decorrano senza che il blogger o giornalista venga informato o abbia tempo di difendersi e/o contattare un legale per far valere i suoi diritti siano alte. I piccoli blog d'informazione come i piccoli giornali locali e molti altri veicoli di informazione si troverebbero quindi scoraggiati ad avventurarsi in terreni pericolosi proprio per non incappare in simili sanzioni e complicazioni.
Lasciateci concludere citando Victor Hugo quando dice che "l'unico pericolo sociale è L'ignoranza".
Il d.d.l 1611 è stato soprannominato legge bavaglio perchè tra i suoi articoli prevede l'impossibilità per i mezzi di informazione di pubblicare tutta una serie di notizie, dalle intercettazioni agli atti processuali. Chi pubblica contenuti vietati dalla legge potrà essere punito con un mese di reclusione e una sanzione pecuniaria di 10 mila euro. L'editore del giornale che ha pubblicato contra legem rischia fino a 450 mila euro di multa.
La legge Bavaglio inoltre disciplina l'attività dei blog [e gli altri siti informatici italiani] nel caso in cui venga divulgata una notizia ritenuta non vera/offensiva dal diretto interessato, che può quindi avvalersi del diritto di richiedere una rettifica.
L'art 1 comma 29 proposito dell'Obbligo di Rettifica dispone che: "[...] Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono." Chi non provvede alla rettifica entro il termine stabilito sarà costretto a pagare 12.500 euro.
Se ne evince che, non essendo chiare le modalità di comunicazione della rettifica, la facilità con cui le 48 ore previste dalla legge decorrano senza che il blogger o giornalista venga informato o abbia tempo di difendersi e/o contattare un legale per far valere i suoi diritti siano alte. I piccoli blog d'informazione come i piccoli giornali locali e molti altri veicoli di informazione si troverebbero quindi scoraggiati ad avventurarsi in terreni pericolosi proprio per non incappare in simili sanzioni e complicazioni.
Lasciateci concludere citando Victor Hugo quando dice che "l'unico pericolo sociale è L'ignoranza".