MIC: Anche se non si è mail fermato il fenomeno t-shirt sta tornando molto alla ribalta grazie alla riscoperta eightees all'interno della moda. Come si inserisce 5preview?
5 PREVIEWs: Mai come in questo periodo effettivamente la tshirt si è liberata del suo specifico status di capo d’abbgliamento ed è progressivamente divenuto vero e proprio strumento di comunicazione. In effetti già dalla fine degli anni 70 e primi 80 la stampa spesso veniva impressa sul tessuto delle maglietta ma quasi sempre sotto forma di slogan o simbolo di
appartenenza. Oggi la grafica su tshirt serve sempre più a promuovere una determinata estetica ed è diventato, per i brand come il nostro, il supporto principe ed economicamente abbordabile.
M. L'immagine "sovversiva" (e sovvertita) che date: dalle fattezze delle vostre creazioni all'uso dell'immancabile passamontagna sono tutte dichiarazioni di guerra al circuito produttivo oppure dettagli che caratterizzano/contraddistinguono il vostro brand?
5. La nostra volontà sin dall’inizio, è stata quella di allontanarci il più possibile dal valore che la moda attribuisce al sogetto. Quello che contava per noi era lasciare che le nostre grafiche fossero libere di parlare per loro. Il passamontagna ha aggiunto quel pizzico di politically scorrect che è inevitabilmente collegato al progetto. In più non ci andava di sbattere le nostre facce in giro per i blog! ahahah
M. So che avete riscosso molti consensi all'estero e che vi state preparando a debuttare in diversi negozi (dislocati in giro per il globo) dopo l'esperienza di Paraphernalia (store romano). Il mercato internazionale è più aperto e pronto ad accogliervi rispetto a quello italiano?
5. La tua domanda sottintende già ciò di cui credo tu sia consapevole, il mercato italiano all’interno anche del semplice panorama europeo è il più chiuso, anche i tanto misfrattati greci sono anni luce avanti. Questo è decisamente qualcosa di deprimente se poi si pensa alla tradizione del bel paese dei cui fasti del passato ancora oggi se ne fa vanto, diventa addirittura
preoccupante… che fine ha fatto il made in italy?
M. Che mi dite della collaborazione con Bugo? E cosa avete in mente per il suo tour?
5. Siamo stati contattati da Bugo all’inizio per realizzare delle gafiche esclusive, nel nostro stile, per vestirlo durante i concerti. Si è concretizzato poi con la realizzazione delle tshirts ufficiali per il tour che durante questi giorni e per tutta l’estate toccherà molte città in giro per l’Italia.
M. Nel post in cui parlavo di voi ho scherzato alludendo all'inganno percettivo delle vostre grafiche citando la Gestalt, scuola russa che studiava i meccanismi della visione e artefice delle prime illusioni ottiche. C'è ineffetti un qualche modello, un artista o una corrente artistica a cui vi ispirate?
5. Spesso durante questi mesi ci siamo trovati a dover rispondere a domande sui nostri riferimenti artistici ed è sempre stato molto complesso riuscire a pescare dei nomi significativi. Prima di tutto siamo designer e più specificamente facciamo vestiti, l’arte nella sua accezione più pura fa parte della nostra formazione imprescindibilmente, ma non ci sentiamo di citare qualcuno in particolare. Sicuramente i grafici russi a cavallo tra 800 e 900 ci piacciono come altrettanti artisti contemporanei, ma spesso rubiamo da fonti ben più semplici come i giornali i manifesti o i souvenir, che sono sicuramente più popolari e meno poeticamente reattivi. La parte creativa, benchè si creda, in progetti come questo occupa più o meno il 5% di tutto il processo; la creazione segue regole e formule che la avvicinano più alla matematica che all’umanistica arte.
M. per non scadere nel "progetti futuri" vi chiedo: pensate di continuare sulla strada dell'handmade sovversivo oppure migrerete verso altre forme e formule?
5. L’handmade è stata sicuramente la carta vincente per questa prima collezione. In futuro prevediamo di allargare la produzione ma non ci permetteremo mai di perdere di vista il “fatto a mano”.
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