È il festival del cinema indipendente per antonomasia, famoso per i suoi numerosissimi premi, ma soprattutto per la forza e il merito di riuscire ad accendere le luci della ribalta su film incredibili e su registi destinati ad una brillante carriera.
Da Tarantino, che nel 1991 lanciò il suo primo lavoro Le iene a Steven Sodenbergh, passato anche lui da qua con Sesso bugie e videotape, dai Fratelli Coen, con la loro opera prima Blood Simple, a Todd Solondz, premiato con Fuga dalla scuola media (conosciuto poi per Perdona e dimentica e Dark Horse, presentato all’ultima edizione del Festival di Venezia), fino ai più recenti Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris, (500) days of Summer di Mark Web e Precious di Lee Daniels. Anche quest’anno i film in concorso erano 117, e per quanto ancora molti non abbiano una casa di distribuzione, chissà quali tra questi film a basso costo si trasformeranno in blockbuster, chissà quali piacevoli sorprese arriveranno quest’anno e anche se nessuna delle opere presentate riuscirà a sconvolgere il botteghino, ci saranno sicuramente tanti bei film coraggiosi. Quelli che piacciono ad ogni amante di Cinema.
Pochi giorni fa si è chiusa l’ultima edizione con la premiazione con il Gran Premio della Giuria nella categoria drammatica di Beasts of Southern Wild di Benh Zeitlin, storia di una bambina alla ricerca della madre, in un viaggio tra realtà e fantasia, una continua e affannosa ricerca della felicità. Da segnalare però, nella categoria Next, cioè quei film con un badget bassissimo e un regista esordiente, insomma quei film che nel nostro Paese non produce proprio più nessuno, I am not a hipster di Destin Daniel Cretton, che non è un hipster e che non ha raccontato la storia di un hipster, ma di un musicista di San Diego che deve fare i conti con la propria famiglia, dimostrando tutta la propria sensibilità.
I AM NOT A HIPSTER (the movie) from Destin Daniel Cretton on Vimeo.
